Volontariato archeologico

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Poiché mi interessa ricostruire la storia del territorio in base a dati il più possibile oggettivi e trattabili scientificamente, grande attenzione rivolgo all'indagine archeologica, soprattutto nella sua versione moderna essenzialmente stratigrafica.

Ho così partecipato, come volontario e sotto la guida di archeologi professionisti, a numerose campagne di scavo in siti indagati per conto del Museo Archeologico di Como.

In particolare:

















  Insediamento fortificato di monte Barro


 


L'insediamento fortificato di monte Barro (LC), costruito nella prima metà del V secolo dai Romani e poi occupato, a cavallo tra V e VI secolo, dai Goti, è costituito da una cinta muraria, intervallata da alcune torri, entro la quale sono stati individuati e scavati numerosi edifici in pietra legata da malta e coperti da laterizi. 

Tra questi spicca il "grande edificio", costituito da un cortile affiancato da due ali laterali porticate e dalla zona residenziale, al cui piano superiore doveva trovarsi la stanza di rappresentanza, confermata dal ritrovamento di una rara corona pensile in bronzo con pendenti vitrei.

Lo scavo, diretto da G.P. Brogiolo e coordinato dal Museo di Como, con la partecipazione di archeologi professionisti e di molti volontari italiani e stranieri, è durato 12 anni (1986-1997). Vi ho partecipato come volontario dal 1990 al 1995, per un totale di 6 settimane.

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  Fortilizio di Pellio Superiore


 

 

 

A Pellio Superiore (CO), presso la chiesa di S. Giorgio, in posizione altamente strategica, è stato individuato e scavato un edificio fortificato databile al X - XI sec.

A datare il manufatto hanno contribuito una dozzina di monete d’argento di epoca ottoniana, coniate nelle zecche di Milano e Pavia.

Curiose anche sette sepolture di bovini, sistemate entro i vani probabilmente subito dopo l’abbandono del fortilizio; interessantissima è pure la scoperta di un cunicolo, coevo ai muri esterni, che raggiungeva un pozzo sotterraneo.

Lo scavo, diretto da Marina Uboldi del Museo di Como e condotto dall'archeologo  Roberto Caimi con l'aiuto di numerosi volontari, si è svolto tra il 1996 e il 2002. Personalmente ho partecipato a tutte le campagne di scavo per un totale di 12 settimane.


Per saperne di più fai click qui.

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Castrum di Laino

 


A Laino, presso l'oratorio di S. Vittore, sito già noto agli archeologi per il ritrovamento fortuito dell'epigrafe sepolcrale del suddiacono Marcelliano (VI secolo) e di una tomba di età longobarda con orecchini d'oro a cestello di tradizione romano-bizantina (VI-VII sec.), il Museo di Como ha condotto per anni campagne estive di scavo per riportare alla luce il castrum citato dalla suddetta epigrafe.

Si sono rinvenute murature e svariati reperti ceramici, metallici o in pietra ollare, riferibili al VI-VII secolo; interessanti i resti di una cisterna con tracce del rivestimento in cocciopesto. In alcune zone dello scavo, sopra le strutture antiche sono venute alla luce murature più recenti, probabilmente bassomedievali. Sondaggi preliminari hanno comunque indicato per il sito una stratigrafia estesa dalla tarda Età del Bronzo al Basso Medioevo.

Lo scavo, diretto da Isabella Nobile del Museo di Como e condotto da archeologi professionisti (alternatisi in diverse campagne) con l'aiuto di numerosi volontari, si è svolto dal 1996 al 2013. Ho partecipato come volontario a 6 campagne di scavo per un totale di 12 settimane.

Per saperne di più sullo scavo fai click qui.

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Caslé di Ramponio

 

 



 

Scoperto alla fine del XIX secolo dagli archeologi Andrews (americano) e Barelli (intelvese, nativo di Ponna), il castelliere preistorico del Caslé (toponimo che significa "castelletto"), fu in parte scavato dal Magni nel 1906, che ne pubblicò la planimetria.

Successivamente fu indagato dal Degrassi nel 1953 e dal Castelletti (allora direttore del Museo di Como) nel 1986, in previsione di un futuro scavo. 

Dalle campagne di scavo promosse dal Museo di Como provengono numerose ceramiche che sembrano per ora non contraddire la tradizionale datazione del sito alla Trada età del Bronzo (1200-900 a.C. ca), con tracce di frequentazione anche nella successiva Età del Ferro.

Saggi di scavo presso un masso coppellato situato a valle del castelliere, poco sopra la "bolla", hanno fornito ceramiche e selci relative all'Età del Rame, con datazione di alcuni carboni al 2600 e al 3200 a.C circa.

Lo scavo, diretto da Marina Uboldi e condotto dall'archeologo Roberto Caimi con l'aiuto di numerosi volontari, si è svolto dal 2004 al 2010. Ho partecipato a tutte le campagne di scavo per un totale di circa 20 settimane.

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