LA STORIA DI UNa passionE

come è nato ed è cresciuto il mio amore per le "cose intelvesi"

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In principio era Pellio...

Ho iniziato a frequentare Pellio Superiore in Valle Intelvi (CO) nell'estate 1949, quando, all'età di 11 mesi, ho imparato a camminare lungo un viottolo che sovrasta l'attuale campo di calcetto.

Da allora non sono mai mancato, tranne che per due interruzioni di tre anni ciascuna: 1955, 1956, 1957 e 1960, 1961, 1962.

Mentre trascorrevo le vacanze al mare in luoghi sempre diversi, per la montagna c'era un posto fisso: Pellio Superiore.

 

Immagini e territorio

Tra il 1963 e il 1965 ho collaborato con mio padre, cineamatore, alla realizzazione di filmetti sonori a passo ridotto: piccoli "documentari" e "storielle" a soggetto, con protagonisti locali.

Questo ha cominciato a suscitare in me l'interesse per il territorio e per la popolazione locale, con la nascita di fortissime amicizie con famiglie pelliesi, consolidatesi poi nel tempo.

Soprattutto è nato in me un primissimo desiderio (ripreso solo molti anni dopo) di narrare il territorio mediante immagini.

Intervallo decennale

Dal 1966 al 1976 c'è stata una stasi quasi completa per quanto riguarda i miei interessi relativi al territorio.

Pur mantenendo le vecchie amicizie locali, ne ho strette di nuove, soprattutto con villeggianti.

Mi occupavo di ping-pong, tennis, camminate, panorami, telescopi (ho cotruito un "newtoniano" lavorando a mano lo specchio proicipale del diametro di 15 cm), amici e, naturalmente, amiche, alla ricerca dell'ennesimo... due-di-picche.

Nonostante il mio fisico da fusto... in miniatura (ero 1,63 m x 49 kg) e la mia grande audacia e savoir faire (un incrocio tra Fantozzi, Fracchia e il Woody Allen di "Provaci ancora Sem") i successi erano abbastanza risicati.

E pensare che le donne litigavano spesso per me: "Te lo tieni tu!". "No, l'hai visto prima tu e allora te lo tieni tu!"...

Ebbene sì, le donne mi hanno amato troppo!  Così, per non sciuparmi, preferivano uscire con gli altri...

 

Un primo approccio

Il primo passo verso un mio interessamento al territorio avvenne nel 1976. Per caso ero entrato in possesso di alcune mappe dell'IGM relative alla Valle Intelvi: da qui il desiderio di fare una mappa dettagliata di Pellio Superiore e dintorni. Ho riportato in scala 1 : 2.500 su di un foglio da disegno A1 alcuni capisaldi tratti dalle mappe 1 : 25.000, poi li ho pazientemente uniti costruendo delle poligonali mediante bussola e... passi, che ricalcavano strade, mulattiere e sentieri.

Era il primo embrione di un interesse "scientifico" per il territorio.

Il colpo di fulmine

Nel 1977 trovai per caso ciò che avrebbe cambiato la mia vita: la piccola grande guida alla Valle Intelvi di Fernando Cavadini; si trattava di un libretto tascabile ma abbastanza completo.

Da esso avevo dedotto due importanti concetti:

  1. c'erano in Valle Intelvi un'infinità di cose da vedere e studiare.

  2. la guida era praticamente priva di illustrazioni, indispensabili per farsi un'idea delle cose descritte ma quasi mai visibili (le chiese periferiche erano quasi sempre chiuse)

A ciò si aggiunse la "scoperta", grazie ad una conferenza di Franco Cavarocchi, dell'immenso mondo dei Maestri Intelvesi e del Ceresio, che avevano sparso l'arte italiana in mezza Europa.

Nacque subito in me un desiderio: creare una versione illustrata della guida del Cavadini, integrata con notizie sugli artisti comacini.

 

Una prima fase

La prima fase (1978-1980) è consistita nella raccolta sistematica di immagini relative a paesaggi e monumenti della Valle Intelvi. Scelsi come mezzo la diapositiva, perché più economica e versatile: utile per future pubblicazioni oppure, in attesa di poterne realizzare una, per proiezioni pubbliche.

Nella primavera del 1981 ho reperito per caso su di una rivista uno schema elettronico per costruire un sincronizzatore diapositive-commento sonoro; con qualche modifica e pochissima spesa ne ho realizzato uno, alloggiato in una... scatola di caramelle. Accoppiandolo al proiettore e ad un registratore portatile ho potuto realizzare il primo (in assoluto) audiovisivo completo sulla Valle Intelvi, anche se in versione sperimentale.

La prima grande svolta

Alla proiezione del mio audiovisivo sperimentale presso l'ex asilo di Pellio Inferiore era presente, nell'agosto del 1981, la filologa, scrittrice e critica letteraria Maria Corti, oriunda del luogo, che lì passava da sempre le sue vacanze estive e dove sarebbe stata sepolta nel febbraio 2002.

Entusiasta delle foto (per la prima volta si potevano vedere panorami, paesaggi, monumenti, scagliole, stucchi e affreschi spesso difficili da osservare: molti oratori sono normalmente chiusi), Maria Corti mi spronò a togliere le immagini troppo personali (prevalenza di Pellio Superiore rispetto agli altri paesi) e poco "professionali", nonché ad approfondire le mie conoscenze, onde rendere più rigoroso il commento sonoro. In quell'occasione la grande studiosa mi ha anche convinto ad affrontare con approccio "scientifico" qualsiasi opera, pur se non espressamente professionale.

Il colloquio con Maria Corti ha cambiato di fatto la mia vita, instillandomi una passione irrefrenabile a voler conoscere il territorio in modo sempre più approfondito e oggettivo.

Cosa che ha impegnato la maggior parte del mio tempo libero negli anni successivi.

In quel momento è anche nata una lunga amicizia con Maria, in seguito corroborata da una grande stima reciproca.

Le prime "ricerche" bibliografiche e i primi "maestri"

Tra l'autunno del 1981 e la primavera del 1982 ho letto decine di libri e riviste specializzate, riguardanti i più svariati argomenti: dalla geologia, alla storia, all'arte...

Non si trattava di vere ricerche originali, ma di un lavoro di revisione critica della letteratura esistente, simile a quello che fanno molti laureandi quando preparano tesi puramente compilative, anche se in questo caso il campo di studio era enormemente più vasto.

Tali "ricerche" sono state poi continuate e approfondite negli anni successivi, ...tra un due-di-picche e l'altro.

I vari testi consultati ne richiamavano altri, attraverso la loro bibliografia: il problema era di estrarre le conclusioni valide, scartando quelle errate e/o obsolete. Per questo occorrevano dei "maestri", che mi sapessero indirizzare nella giungla delle pubblicazioni.

Per la parte descrittiva, non c'erano problemi: le varie mappe, la guida del Cavadini, le notizie orali verificabili erano più che sufficienti.

Per la Geologia, fortunatamente c'era l'amico Livio Gilardoni: seguendolo mentre preparava la sua tesi sulla Valle Intelvi, avevo potuto vedere sul campo ciò che lui avrebbe poi descritto; ciò mi permise di poter facilmente trarre dalla sua tesi un sunto abbastanza corretto. Per la nozioni generali (come la teoria della Tettonica a Zolle, l'Orogenesi Alpina, le Glaciazioni, ecc.) oltre alle spiegazioni da lui datemi direttamente durante il nostro "vagare" per i monti intelvesi, il Gilardoni mi aveva indirizzato verso Autori accreditati, indicandomi i testi obsoleti da evitare, anche se opera di illustri Autori del passato.

Per la storia medievale e post-medievale, la letteratura era comunque abbastanza abbondante e, tutto sommato, sufficientemente attendibile.

Per le notizie sugli artisti intelvesi e "ticinesi", cruciali sono stati i consigli e le pubblicazioni di Franco Cavarocchi, grande e rigorosissimo studioso dei nostri magistri, che mi hanno indirizzato verso autori accreditati e, soprattutto, allontanato da quelli un po' troppo improvvisati.

L'unico "buco nero" riguardava la storia più antica, dalla Preistoria all'Alto Medioevo compreso: non avendo ancora conoscenze importanti tra gli Archeologi che mi avrebbero potuto indirizzare, ero stato preda di alcuni "mostri sacri" del passato, già allora del tutto obsoleti!

 

Il primo audiovisivo ufficiale

Con le conoscenze raccolte, nel 1982 ho realizzato il primo audiovisivo ufficiale sulla Valle Intelvi: 400 diapositive sincronizzate con la musica e il commento sonoro, che illustravano il territorio in tutti i suoi aspetti; l'ho ottenuto revisionando "scientificamente" la versione sperimentale dell'anno precedente. E' stato proiettato con successo in tutta la Valle fino al 1986.

Nel 1987 ho realizzato la seconda versione, con 350 diapositive sincronizzate col sonoro: versione più breve ma più completa della precedente, comprendendo anche immagini e notizie su alcune opere dei magistri in Europa; nel contempo erano state eliminate diapositive ridondanti o poco significative. E' stata proiettata con grande successo fino al 1994. Poi l'audiovisivo è stato dismesso per noie tecniche e per la necessità di aggiornamenti, che avrebbero comunque richiesto un totale rifacimento.

Una situazione disastrosa

Contemporaneamente la situazione della storiografia locale era disastrosa, soprattutto per quanto riguardava la Geologia e la Storia antica (dalla Preistoria all'Alto Medioevo): i vari testi erano allineati su concezioni valide all'epoca del Pietro Conti, cioè alla fine del XIX secolo, anche se la Guida del Cavadini si salvava abbastanza, avendo ridotto al minimo le notizie storiche e avendo eliminato le affermazioni palesemente più obsolete.

Vi erano anche ricerche nuove e valide, ma erano limitate a singoli argomenti (dialetti, stucchi, scagliola, ecc.); inoltre succedeva spesso che anche le scoperte più recenti, pur se venivano inserite nei libri di storia locale, erano comunque interpretate quasi sempre secondo schemi obsoleti, soprattutto nelle spesso disastrose "premesse storiche" che accompagnavano testi per il resto assai validi.

Ecco alcune tra le varie assurdità allora (ma, ahimè, qualche volta anche oggi!) in circolazione: venivano chiamate "morene" monti e dossi rocciosi, confondendo così le glaciazioni con l'orogenesi; si parlava di occupazione etrusca della Valle Intelvi (?!?), attribuendo, per esempio, a tale popolo i massi-avello di Scaria; una tomba di età longobarda era definita "romana"; mancava qualsiasi cenno alla "cultura di Golasecca" entro la cui area la Valle Intelvi comunque cadeva e che aveva avuto in Como uno dei suoi centri più importanti; difficilmente si parlava con cognizione di causa dei Magistri Antelami, nonostante i noti studi del Bognetti, ecc.

Urgeva quindi un testo divulgativo ma abbastanza rigoroso nei concetti generali che "raddrizzasse" le storture più clamorose.

Il primo libro

La grande massa di conoscenze da me raccolte non aveva potuto trovare interamente posto nell'audiovisivo e rischiava quindi di rimanere "nel cassetto"; nello stesso tempo la situazione disastrosa della storiografia locale, allineata di fatto a concezioni ottocentesche (soprattutto per geologia e storia antica), richiedeva un intervento urgente.

Contemporaneamente, nel 1983, Maria Corti mi aveva convinto ad iscrivermi all'APPACUVI (Associazione per la Protezione del Patrimonio Artistico e Culturale della Valle Intelvi, fondata dieci anni prima), aumentando così il mio senso di "appartenenza" al mondo della cultura intelvese.

Per questi motivi, spinto in particolare dall'amico Emilio Scampini (assiduo frequentatore di Verna in Valle Intelvi), tra il 1983 e il 1985 ho preparato il libro: "La Valle Intelvi: le origini, la storia, l'arte, il paesaggio, gli artisti comacini", pubblicato nel 1986. Si trattava (e si tratta tuttora!) del primo e unico testo COMPLETO e illustrato (184 foto, di cui 72 a colori) sulla Valle Intelvi.

Il libro trattava nella prima parte gli aspetti generali: geografia, geologia, storia, ambiente, con ampio spazio per gli artisti dei laghi lombardi (Intelvesi e "Ticinesi"); nella seconda parte si descrivevano i 15 comuni, con i principali siti paesaggistici, gli itinerari e i monumenti con le relative più significative opere d'arte, senza tuttavia raggiungere il dettaglio di una guida.

Il libro del 1986, se pure disseminato di inesattezze (inevitabili dato l'altissimo numero di informazioni contenute), assolveva abbastanza bene il suo compito di "raccontare" globalmente la Valle Intelvi, raddrizzando le storture più clamorose.

Abbastanza bene, tranne che per i capitoli relativi alla storia antica!

Quel famoso "buco nero", cui avevo accennato più sopra, aveva dato i suoi frutti negativi: se gli altri testi erano allineati ad idee ottocentesche, io ero comunque rimasto agli anni Sessanta del XX secolo!.

Per esempio, ero stato il primo, in Valle Intelvi, a nominare la Cultura di Golasecca, ma lo avevo fatto in poche righe con concetti confusi e obsoleti, vecchi ormai di vent'anni, così come avevo ignorato le ultime ricerche e concezioni su Protostoria e Alto Medioevo.

Tutto ciò mi avrebbe costretto, anni dopo, a ritrattare interamente il periodo che va dalla Preistoria all'Alto Medioevo, producendo un dattiloscritto correttivo (1993).

La seconda grande svolta

Nel 1990 sono stato invitato dall'amico archeologo Roberto Caimi (da me conosciuto durante alcune gare di Tennistavolo) a partecipare come volontario agli scavi archeologici del sito altomedievale di Monte Barro; ho accettato e da allora non ho più smesso, fino al 2010!

Ho scavato come volontario (sempre col Muso di Como) anche a Pellio, Laino e al Caslé di Ramponio-Verna.

Il contatto con archeologi professionisti e, soprattutto, con studenti universitari, ha cambiato completamente il mio modo di vedere la realtà storica e di guardare i monumenti.

Soprattutto sono in parte entrato nel loro "mondo", potendomi così meglio orientare tra gli autori, scegliendo quelli più accreditati e scartando quelli obsoleti o troppo "stravaganti".

 

Il "roccolo" e la divulgazione

Contemporaneamente mi ero dedicato alla divulgazione delle conoscenze che andavo continuamente "aggiustando" e aggiornando, facendo anche della didattica presso le scuole (a partire dal 1983).

Importantissima è stata la funzione del "roccolo" di Franco Spazzi, un specie di "caffè" culturale ricavato nello suo studio di acquerelli a Lanzo d'Intelvi, dove, nelle serate di agosto, poeti, artisti, studiosi e divulgatori, senza vincoli istituzionali, andavano ad esporre al pubblico le proprie conoscenze: vi si faceva soltanto cultura e non "gestione della cultura"!

Sono seguite poi, fino ad oggi, conferenze "ufficiali" e attività didattiche, nonché visite guidate ai monumenti, nelle quali cerco sempre di comunicare soprattutto il moderno modo di considerare la realtà da divulgare, cercando di enfatizzare i criteri oggettivi (documenti, stratigrafie) rispetto a quelli puramente estetici.

Per questo Franco Spazzi, in un'intervista su mensile locale "Il confine" diretto da Gabriele Pagani, mi aveva definito (un po' blasfemamente) "il Piero Angela della Valle Intelvi".

 

Le "note aggiuntive" al libro

Primo risultato di questo "nuovo corso" sono state le note aggiuntive al libro del 1986, redatte nel 1993 e distribuite ai possessori e nuovi acquirenti del libro stesso, sotto forma di un ventina di pagine dattiloscritte, che ripercorrevano la storia locale dalla Preistoria ai Longobardi.

Oggi ne esiste una versione aggiornata, ampliata e riveduta in questo sito (sezione "Pubblicazioni").

Le ricerche originali

A partire dal 1997 ho cominciato ad effettuare ricerche originali, da affiancare all'attività di divulgazione.

Si tratta perlopiù di studi (ancora abbastanza preliminari) sulla viabilità storica o (più approfonditi) su alcune chiese, con ricerche d'archivio e osservazione minuziosa delle murature, con attenzione ai rapporti stratigrafici, quando visibili.

I risultati di tali mie ricerche sono stati a volte pubblicati sul Quaderno dell'APPACUVI; le versioni più aggiornate si trovano però in questo sito (sez. "Pubblicazioni").

Altri due libri

Ho prodotto altri due libri: "Chiesa e oratori di Laino" (2001) e "Le chiese di Pellio Superiore, con note di cronaca paesana" (2004).

Il primo, basato abbondantemente su ricerche d'archivio (diocesano e parrocchiale), dopo una breve premessa storica, descrive gli edifici religiosi del paese e ne ricostruisce la storia, correggendo alcune errate interpretazioni del passato.

Il secondo, anch'esso basato abbondantemente su ricerche d'archivio (diocesano, parrocchiale, comunale e di Stato), oltre a descrivere gli edifici e a ricostruirne la storia in modo innovativo, annota numerosissimi fatti di cronaca e descrizioni della società locale del tutto inediti.

In questo sito (sezione "Pubblicazioni") si trovano ulteriori precisazioni relative agli edifici religiosi di Laino e Pellio Superiore.    




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Il nuovo audiovisivo

Nel 2019 ho rifatto l'audiovisivo del 1982/1987, questa volta in formato digitale.

Si tratta tuttora dell'unico strumento disponibile con cui poter conoscre in un'ora e mezza l'intera Valle Intelvi con un sufficiente grado di approfondimento.

Per ora (2020), causa Covid 19, è stato proiettato soltanto una volta presso il Palalanzo il 12 agosto 2020.

Per un descrizione delle caratteristiche di questo audiovisivi fai click qui.

 

Da questa mia "storia" personale è scaturito il mio grande amore per le "cose intelvesi" e limitrofe.

 

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