LO SCISMA DEI TRE CAPITOLI

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Lo scisma dei Tre Capitoli ha avuto origine dalla condanna retroattiva di tre vescovi legati alla scuola di Antiochia (Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro e Iba di Edessa), accusati di eresia nestoriana, nonostante fossero stati riabilitati e giudicati non condannabili dal concilio di Calcedonia del 451.

La condanna, dapprima emessa per decreto dall'Imperatore Giustiniano (544), fu poi ufficializzata nel concilio di Costantinopoli del 553 e ratificata (con molte riserve) da papa Vigilio.

Tale condanna retroattiva non fu accettata dalle Chiese del Nord Italia (Milano e Aquileia) che divennero quindi scismatiche rispetto a Roma.

Alla fine del VI secolo Milano rientrò dallo scisma: Como (non accettando la condanna che pareva contraddire il concilio di Calcedonia, in gran parte preparato nel 450 dal vescovo comasco Abbondio) si staccò da Milano e, col vescovo Agrippino, si unì all'ancora scismatica Aquileia (607).


Quando, alla fine del VII secolo, lo scisma fu ricomposto, Como rimase comunque sottoposta ad Aquileia.

Il legame millenario tra la diocesi di Como ed il Patriarcato di Aquileia terminò solamente nel XVIII secolo.

Data l'importanza e la complessità dell'intera vicenda, allego un file PDF che la espone in maniera abbastanza esaustiva.

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